Alberto
Lombardo, brillante intellettuale dell’area antagonista e animatore
del sito www.centrostudilaruna.it, è uno dei più qualificati
studiosi del filosofo Julius Evola, e ha pubblicato un libro che
rappresenta un importante punto di riferimento per gli studi sul
pensatore tradizionalista: Evola,
gli evoliani e gli antievoliani
(Alberto Lombardo, Evola,
gli evoliani e gli antievoliani,
Nuove Idee, Roma, 2006, pp.132).
Il
saggio di Lombardo ripercorre le tappe della carriera intellettuale
di Evola, partendo dalla biografia del filosofo, ricca di aneddoti
curiosi ma anche di importanti connessioni con i grandi avvenimenti
storici che si svolgevano nella prima metà del ‘900. In
particolare è interessante il rapporto di Evola col regime fascista,
su cui molto si è favoleggiato e che ha offerto alla cultura
progressista il pretesto per screditare l’opera di Evola. In realtà
Lombardo mette in luce come la fase più significativa del percorso
intellettuale di Evola si svolga proprio nel dopoguerra, quando
attorno a Evola si raccolgono giovani intellettuali che intraprendono
un percorso di critica alla modernità. Com’è noto Evola fu
implicato in processi nei quali era incriminato come presunto
ispiratore di movimenti terroristici di estrema destra. Evola fu
prosciolto dalle accuse e la vicenda giudiziaria riuscì solo a
mettere in risalto il goffo e ridicolo tentativo della magistratura
democratica di infangare una delle figure più originali della
cultura novecentesca. Il pensiero di Evola è tutto volto a
descrivere il declino della moderna civiltà occidentale e a
richiamare i valori della Tradizione. Per questo le ideologie di
estrema destra hanno visto in Evola motivi di ispirazione per
superare il nichilismo della modernità, ma lo stesso Evola si tenne
lontano da ogni attività operativa in campo politico: Evola non fu
mai iscritto ad alcun movimento politico e perfino durante il
ventennio mussoliniano si rifiutò sempre di iscriversi al Partito
Nazionale Fascista.
La
vera grandezza di Evola ha cominciato ad emergere verso la fine del
XX° secolo: la sua competenza in materia di esoterismo e di storia
delle religioni lo rende una fonte insostituibile nel campo della
comparazione tra le varie forme del mito e del sacro. Inoltre è
molto interessante lo studio della storia a carattere tridimensionale
proposto da Evola. Evola, infatti, fu il traduttore italiano di quel
testo capitale che è La
guerra occulta di
Malinsky e De Poncins, che è il punto di partenza di ogni ricerca
storica che voglia andare al di là delle cause apparenti degli
avvenimenti, poiché, come affermava lo stesso Evola: “la somma dei
fattori storici apparenti non è uguale al totale”.
La
parte più interessante del libro di Lombardo è proprio quella sulla
fortuna di Evola nella seconda metà del XX° secolo. Nel 1970
Rutilio Sermonti elaborava un progetto di costituzione fondato
sull’idea di gerarchia e su forme di democrazia qualificata che si
ispirava alle società tradizionali e aristocratiche, con evidenti
richiami al pensiero di Evola. Adriano Romualdi, poi, fu un
appassionato studioso di Evola, e lo citava spesso nelle sue proposte
di cultura alternativa. In seguito il pensiero di Evola ha influito
sui tentativi di Franco Giorgio Freda di dar forma a movimenti
politici antagonisti.
Dunque
Evola, osannato da alcuni e demonizzato da altri, è stato
sostanzialmente frainteso, ma il valore della sua opera emerge alla
distanza come un corpus
di idee imponente e al di là delle ideologie. Sempre più spesso le
opere di Evola vengono tradotte e ampiamente diffuse in lingue
straniere, soprattutto in francese e in inglese. Inoltre la figura di
Evola è spesso studiata anche in rapporto alla poesia e alla pittura
(Evola fu autore di opere poetiche e figurative nel periodo giovanile
dadaista). Straordinaria, poi, è la diffusione di scritti critici su
Evola nella rete internet, dove si moltiplicano siti e forum dedicati
a un autore di cui sono ormai consolidate la rilevanza e
l’autorevolezza, e il cui pensiero si staglia come una delle più
valide alternative al vicolo cieco della modernità.
questo brano è tratto dal libro:
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