Una
bella ragazza se ne va in giro mezza nuda ancheggiando vistosamente,
e se un uomo la guarda lei grida allo stupro!
In
una scena di questo genere potremmo sintetizzare la subdola arte
della provocazione e il conseguente atteggiamento vittimista che
caratterizzano i comportamenti vincenti nel mondo occidentale.
Circa
un secolo fa, un originale studioso austriaco aveva previsto gli
scenari attuali: si trattava di Otto Weininger, autore di Sesso
e carattere.
Per
i minorati mentali che credono alla “correttezza politica”,
l’opera di Weininger è razzista, antisemita, maschilista ecc…
In
realtà Sesso
e carattere
è uno di quei libri scomodi ed esplosivi a mala pena tollerati dalla
“cultura democratica”. Sebbene lo studio di Weininger appaia
sorpassato e discutibile per alcuni aspetti, tuttavia le obiezioni
alle pretese di emancipazione avanzate dal femminismo sono
attualissime. Se si considera che Sesso
e carattere
è stato scritto all’inizio del ‘900, ci si può rendere conto di
come le femministe stiano ripetendo come pappagalli gli stessi slogan
di oltre un secolo fa, nonostante il disastro antropologico causato
dalla femminilizzazione della società contemporanea.
In
particolare si obietta alla pressoché totale mancanza di donne
artiste o filosofe nei secoli passati seguendo l’ipotesi di una
“prevaricazione” maschile che avrebbe impedito il libero
dispiegarsi dell’ingegno femminile.
In
realtà il mondo culturale ha conosciuto una sempre più massiccia
presenza femminile mano a mano che la comunicazione è divenuta
sempre più semplicistica e superficiale!
Che
le donne siano state silenziate per millenni senza che abbiano
trovato la forza di ribellarsi è ipotesi poco credibile, forse è
più logico pensare che le donne siano state immesse nel mercato del
lavoro per ottenere la massima moltiplicazione dei consumi. Nella
civiltà del denaro la donna è la vera e propria razza superiore, ma
il cinismo della società consumista non depone certo a favore di una
pretesa superiorità etica femminile…
Del
resto già Werner Sombart aveva notato come la femminilizzazione del
mondo andasse di pari passo con l’espandersi della metastasi
capitalista.
Ovviamente
le femministe reclamano l’accesso a professioni qualificate,
gratificanti e ben retribuite, mentre lasciano volentieri ai
maschietti posti di lavoro meno ambiti: camionisti, marinai,
minatori…
Si
vanta anche la consistente presenza di donne soldato nelle forze
armate…in un’epoca in cui non ci sono più le guerre!
“Pari
opportunità” o sarebbe meglio dire “opportunismo paritario?!?”
“La
donna è mobile qual piuma al vento”, recita la celebre aria
verdiana, e Weininger rilevava come la caratteristica tipicamente
maschile sia la decisione, mentre quella tipicamente femminile sia la
discussione; proprio per questo la democrazia moderna assegna un
ruolo preponderante al potere femminile, in modo da favorire i
processi di dissoluzione e di atomizzazione che stanno disgregando le
società occidentali. Da qui l’impressionante fenomeno di
dissociazione della personalità che ha assunto proporzioni
totalizzanti!
Nella
donna i concetti di personalità e di proprietà sono più sfumati
che nell’uomo, ma non occorreva che arrivasse Marx a mettere in
chiaro questi concetti: già Aristofane nella commedia Le
donne a parlamento
prefigurava una società comunista a guida femminile…
Insomma
la descrizione del tipo femminile da parte di Weininger sembra il
fedele ritratto della moderna società dei consumi.
Il
carattere davvero profetico del libro di Weininger lo troviamo nel
celebre capitolo in cui si evidenziano le similitudini fra carattere
femminile e mentalità ebraica. La vertiginosa ascesa della lobby
ebraica e del potere femminile nella società a capitalismo avanzato,
lascia pochi dubbi sulla veridicità delle intuizioni esposte in
Sesso
e carattere…
Weininger,
ebreo di origine e convertito al Cristianesimo protestante, sapeva
bene di che cosa stava parlando: il femminismo, come tutte le
ideologie progressiste, nasce dal risentimento per presunti torti
subiti che le sedicenti vittime rinfacciano a carnefici immaginari!
“Donne
che odiano gli uomini”, per parafrasare il titolo del famoso giallo
di Stieg Larsson, potrebbe essere il motto di un assurdo conflitto
tra i sessi che è la punta di lancia di una più ampia strategia
volta all’annientamento dei rapporti umani e delle stesse
personalità individuali!
***
Otto
Weininger, Sesso
e carattere,
Edizioni Mediterranee, Roma 1992, pp.440
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