Un
tema fondamentale come quello dell’arte greca antica necessita
periodicamente di lavori di sintesi che presentino al pubblico i
punti cardine della questione. A questa esigenza risponde il libro
del Prof. Tonio Hölscher Il
mondo dell’arte greca,
un agile volume a carattere divulgativo che introduce il lettore
all’approfondimento di una delle piĂą grandi stagioni artistiche
che l’umanitĂ abbia conosciuto.
Il
mondo dei Greci era un mondo in cui le immagini avevano un ruolo di
primaria importanza in tutti i momenti della vita sociale. La cittĂ
greca era disseminata di santuari, immagini votive, statue di dèi,
eroi e uomini politici. Le statue delle divinitĂ erano oggetto di
culto e la loro presenza era sentita come viva e reale, al punto che
di alcune immagini si diceva che piangessero e che trasudassero
sangue. Attraverso le immagini gli dèi entravano idealmente a far
parte della comunitĂ degli uomini. L’arte greca rappresentava
soprattutto i corpi che incarnavano l’ideale classico del kalos
kai agathos: la
prestanza fisica, in quanto incarnazione dei valori etici era un
elemento basilare della cultura greca. Il corpo maschile era di
regola rappresentato nudo; i corpi femminili, invece, erano piĂą
spesso rappresentati vestiti, soprattutto se il soggetto era una
sposa e madre di famiglia, tuttavia il panneggio delle vesti lasciava
trasparire fattezze morbide e sensuali. Seguendo queste linee guida,
il periodo arcaico dell’arte greca si caratterizza per la
produzione dei celebri kouroi
e korai:
statue di giovani, maschi e femmine, dal fisico atletico e
perfettamente modellato, evidentemente influenzate dall’arte
egizia. Probabilmente si devono interpretare queste figure come la
rappresentazione delle giovani generazioni che assicuravano il futuro
della comunitĂ . In questo periodo si producono anche immagini votive
di uomini e animali dalle fattezze stilizzate, e figure di draghi e
di mostri derivate dalle culture mesopotamiche. Nei vasi dipinti
cominciano a comparire episodi dei poemi omerici e scene di
battaglia, ma anche rappresentazioni di momenti di vita privata:
banchetti e riti funebri.
Attorno
al 500 a.C. la Grecia, con le vittorie sui Persiani, comincia ad
acquisire il senso della propria superioritĂ culturale. In
particolare la democrazia ateniese elaborò un’arte patriottica che
esaltava lo stato con le statue dei Tirannicidi e con le pitture di
Polignoto che illustravano i momenti salienti della storia di Atene.
A coronare questo sforzo celebrativo c’era la gigantesca statua di
Atena scolpita da Fidia e collocata nel Partenone, ornato a sua volta
dai celebri fregi che costituiscono uno dei momenti piĂą alti
dell’arte figurativa di tutti i tempi. I modelli di aristocratico
splendore cui gli ateniesi si ispiravano, dicono molto sul carattere
della democrazia antica: non l’affermazione dell’ideologia di
ceti inferiori, ma l’estensione dei valori aristocratici a tutti i
cittadini che dimostravano di avere capacitĂ e spirito di
iniziativa. Inoltre nei santuari panellenici di Delfi e di Olimpia le
cittĂ -stato della Grecia facevano a gara nell’ostentare le proprie
capacitĂ artistiche. La lotta fra le cittĂ , soprattutto fra Atene e
Sparta, veniva combattuta anche con statue e monumenti che erano
simboli del potere.
Verso
la fine del V° secolo si intravede un cambiamento significativo dei
soggetti iconografici: Afrodite e Dioniso cominciano a diventare le
divinitĂ piĂą rappresentate. Questi dèi del piacere e dell’ebbrezza
segnano una maggiore attenzione agli aspetti della vita privata, e
quindi una maggiore determinazione delle caratteristiche individuali
delle persone. Le statue degli atleti e degli eroi assumono sempre
maggiore plasticitĂ ; i ritratti di uomini politici, poeti e
filosofi, tendono ad acquisire specificitĂ che mettono in luce i
tratti salienti del carattere dei personaggi rappresentati. Sempre
piĂą numerosi, poi, sono i monumenti sepolcrali delle famiglie piĂą
facoltose. Il linguaggio formale degli artisti tende a cercare
l’equilibrio delle forme e dei gesti, quasi a raffigurare le
concezioni di Eraclito sull’essenza della natura: «gli opposti si
combinano, dalla divergenza emerge l’armonia piĂą bella, e tutto
scaturisce nel contrasto». Si tende, quindi, a rappresentare un
sistema di funzioni organiche.
A
partire dall’epoca di Alessandro Magno si allargarono i confini del
mondo conosciuto e si accentuò la mobilità sociale, di conseguenza
i soggetti artistici si fecero piĂą variegati, arrivando a
raffigurare anche figure quotidiane e popolari. L’arte monumentale
rappresentava i sovrani e i soggetti mitologici con effetti
spettacolari e con dettagli realistici: il celebre gruppo del
Laocoonte è un esempio tipico dell’arte di epoca ellenistica.
Caratteristica importante dell’arte di questo periodo era anche la
sua diffusione all’interno di abitazioni private, e non piĂą solo
negli spazi pubblici come era stato nelle epoche precedenti. A
partire da quest’epoca comincia anche quella diffusa pratica della
riproduzione di opere che continuerĂ per tutto il periodo
dell’Impero Romano, grazie alla quale possiamo oggi conoscere molte
immagini che altrimenti sarebbero andate perdute.
Naturalmente
la produzione artistica dell’antica Grecia segna in modo decisivo
tutta la storia occidentale: l’arte romana, com’è noto, si
sviluppa sul solco di quella ellenica, e la splendida fioritura
artistica del medioevo cristiano è palesemente ispirata alla
concezione greca dell’arte come momento di identificazione
comunitaria e di pubblica condivisione dell’esperienza artistica
(si pensi all’incommensurabile distanza, su questo tema, di
Ebraismo e Islam che proibiscono il culto delle immagini). Un tema,
dunque, quello dell’arte greca, di cui non si rimarcherĂ mai
abbastanza la persistenza attraverso il tempo.
Tonio
Hölscher, Il mondo
dell’arte greca,
Einaudi, Torino 2008, pp.168
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