«Fatti
mettere il collare di Sarsina !»
Questa
espressione è molto familiare per chi abita in Romagna, ma al di
fuori del territorio compreso tra Ravenna, Imola e Rimini risulta
incomprensibile.
La
cittadina di Sarsina, che sorge sulle colline di Cesena, è famosa
nel mondo per aver dato i natali a Tito Maccio Plauto, il celebre
drammaturgo latino; ma Sarsina è stata anche la terra di san
Vicinio, il patrono del paese che divenne famoso per le sue virtù di
esorcista (la sua festa ricorre il 28 agosto).
La
Società Editrice «Il
Ponte Vecchio»
ha pubblicato l’edizione della vita di questo santo curata da
Marino Mengozzi. La Vita
s. Vicinii Saxenatis episcopi
ha tramandato le poche notizie che si hanno su questo personaggio.
San Vicinio era originario della Liguria (in epoca altomedievale
questa denominazione indicava genericamente il territorio del
Nord-Ovest d’Italia), visse nel IV° secolo ed esercitò il
ministero episcopale nella cittadina romagnola per oltre 27 anni.
Sulla paternità della Vita
sono state avanzate varie ipotesi: alcuni pensano che l’opera sia
stata scritta da Giovanni da Lodi (1040-1105), che fu vescovo di
Gubbio, ma non ci sono elementi sicuri per attestare questa ipotesi.
Mengozzi nota che nel testo ci sono evidenti riferimenti allo stile e
all’opera di san Pier Damiani, che ebbe anche rapporti epistolari
con l’episcopato sarsinate e questo collocherebbe l’autore in
area romagnola e probabilmente riminese, infatti fra i manoscritti
che hanno tramandato la Vita
uno è stato redatto a Rimini (Mengozzi propone lo stemma
codicum
sulla base dei cinque manoscritti sopravvissuti). Secondo Mengozzi
non si può escludere che lo stesso Pier Damiani sia l’autore
dell’opera.
La
Vita
Vicinii
si articola in 36 brevi capitoli, e narra che Vicinio giunse a
Sarsina mentre fuggiva da una persecuzione anticristiana, e che nel
suo ministero sacerdotale fu particolarmente attivo come esorcista.
Il testo poi passa in rassegna i miracoli che Vicinio ha operato post
mortem:
oltre alle consuete liberazioni di indemoniati, Vicinio si
caratterizzava per i miracoli punitivi contro persone che si erano
macchiate di ingiustizie e di abusi di potere, o che avevano
tralasciato i doveri di devozione religiosa.
Un
capitolo del libro è dedicato alla famosa “catena” del santo: si
tratta di un collare di ferro che, secondo la tradizione, il santo
usava come strumento penitenziale, anche se nella Vita
non c’è alcuna indicazione in tal senso. A questa catena viene
attribuito il potere di scacciare i demoni, e ancor oggi viene
imposta ai fedeli per proteggerli dalla possessione diabolica. Gli
esami scientifici sulla catena hanno messo in chiaro che lo strumento
è stato fabbricato con una tecnica in uso prima del IX° secolo,
quindi potrebbe davvero risalire all’epoca di Vicinio.
Il
volume riporta il testo latino a fronte con le varianti dei codici a
piè di pagina, inoltre è corredato da tavole iconografiche con
immagini di san Vicinio e da un consistente apparato di note che
analizza dettagliatamente gli aspetti stilistici del testo.
***
Vita
di Vicinio,
a cura di Marino Mengozzi, Società Editrice «Il Ponte Vecchio»,
Cesena 2003, pp.216
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