Uguccione
da Pisa è noto per aver scritto le Derivationes,
il grande dizionario enciclopedico che fu molto apprezzato dalla
cultura medievale e che fu utilizzato anche da Dante. Ma nella
produzione minore di Uguccione ci sono altri testi di grande
interesse storico e letterario: fra questi la biografia di san
Maurelio, copatrono di Ferrara assieme a san Giorgio. La Società
Editrice «Il Ponte Vecchio» ha pubblicato la Vita
sancti Maurelii,
il volume è a cura di Romeo Sgarbanti e la traduzione in italiano è
opera di Marcello Panzanini. Uguccione da Pisa aveva studiato a
Bologna e fu un insigne canonista, poi divenne vescovo di Ferrara dal
1190 al 1210, e in questa veste ritenne di dover dedicare parte della
sua attività intellettuale alla vita del santo protettore della sua
sede vescovile. Si è discusso a lungo sull’attribuzione dell’opera
a Uguccione, ma Sgarbanti ritiene che la Vita
debba essere senz’altro attribuita a quest’autore anche perché
si inserisce nell’attività catechetica del vescovo di Ferrara
imperniata su un’idea di societas
christiana
in cui lo spirituale e il temporale sono distinti ma non separati e
hanno un’autonomia sovrana ciascuno nel proprio campo: la storia di
Maurelio era esemplificativa a questo riguardo. La vita di san
Maurelio è narrata con i consueti canoni dell’allegoria, abituali
per il pubblico medievale. Le vicende biografiche di Maurelio,
vissuto nella prima metà del VII° secolo sono, in breve, le
seguenti: Maurelio, figlio del re di Edessa, rifiuta gli onori del
regno perché preferisce diventare sacerdote. In seguito alla
diffusione di un’eresia, Maurelio viene inviato alla corte
pontificia per informare la Sede Apostolica su questi avvenimenti.
Mentre Maurelio si trova a Roma, giunge dal papa una delegazione
proveniente da Voghenza che informa il papa della morte del vescovo
di quella città. Il papa sceglie Maurelio come nuovo vescovo di
Voghenza (la città sul delta del Po è il primo nucleo della diocesi
di Ferrara). Qualche tempo dopo arrivano degli ambasciatori
dall’Oriente che riferiscono a Maurelio sugli avvenimenti
drammatici che si sono svolti nel suo paese d’origine: il legittimo
erede del regno è stato ucciso da Rivalo, fratello di Maurelio, che
ha riportato il paese al paganesimo. Maurelio torna a casa per
convincere Rivalo ad abbracciare il Cristianesimo, ma subisce il
martirio a opera del fratello. Il corpo di Maurelio fu sepolto in un
luogo segreto e soltanto nel 1106, mentre l’imperatore Enrico II°
si trovava a Edessa, il santo apparve in sogno all’imperatore per
indicare il luogo dove era sepolto. Il corpo di Maurelio venne
riesumato e in quell’occasione si verificarono guarigioni
miracolose e liberazioni di indemoniati. Lo stesso Maurelio poi,
comparendo di nuovo in sogno all’imperatore, chiede di essere
sepolto nella chiesa di san Giorgio a Ferrara. Nel 1174 il papa
Alessandro III° consacrò personalmente la cattedrale di Ferrara
dedicandola a san Giorgio: il santo di elezione aristocratica, san
Giorgio, diveniva il patrono primario della città, mentre san
Maurelio, come santo di elezione popolare, fu retrocesso a patrono
secondario.
La
struttura metaforica del racconto si riferisce alle vicende della
cristianità: nata in Oriente, diffusa in Occidente e minacciata
ancora da Oriente. Infatti il fratello “pagano” Rivalo
rappresenta l’Islam che minaccia l’Occidente: nel linguaggio
medievale con il termine “pagano” si indicavano in genere i non
cristiani e soprattutto i musulmani. Il rinvenimento del corpo di
Maurelio per opera di un imperatore cristiano rappresenta la
riconquista crociata dell’Oriente. Nella vicenda di Maurelio,
inoltre, Uguccione vedeva una figura che aveva un netto senso della
distinzione fra potere spirituale e potere temporale e questa, come
si è detto, era la posizione sostenuta dallo stesso Uguccione.
L’edizione
del testo è seguita da un approfondito commento che si sofferma sul
contesto storico in cui si svolgono gli avvenimenti narrati e sugli
aspetti filologici del testo. Inoltre Sgarbanti ha scritto un
excursus
storico e archeologico sull’antica Voghenza, che venne distrutta
nei turbinosi avvenimenti dell’alto Medioevo, e sulla conseguente
nascita di Ferrara, città che si caratterizzerà per una egemonia
della nobiltà longobarda e per i conflittuali rapporti con Ravenna,
la sua vicina più potente.
In
fondo al volume, infine, ci sono tavole iconografiche su san
Maurelio, che fu rappresentato anche da artisti importanti, fra cui
Cosmè Tura e Il Guercino.
***
Uguccione
da Pisa, Vita
di Maurelio,
Società Editrice «Il Ponte Vecchio», Cesena 2007, pp.208
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