Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni… La celebre formula liturgica del Mea culpa potrebbe avere un’origine molto più antica della versione latina del Confiteor . È quanto sostiene il Prof. Jean Haudry, che ha dedicato all’argomento uno dei suoi studi più approfonditi: La triade pensée, parole, action, dans la tradition indo-européenne . Lo studioso francese parte dal testo della messa gregoriana che recitava quia peccavi nimis cogitatione verbo et opere . Questa espressione trova corrispondenze in una triade formulare che probabilmente risale al periodo comune degli Indoeuropei. Nel linguaggio avestico, in quello indiano e nella Grecia antica si trovano infatti espressioni che rimandano alla sequenza pensiero, parola, azione. Il senso di questa formula era di esprimere una consonanza fra pensieri e comportamenti, in modo da testimoniare quell’etica della verità che costituiva il valore basilare del mondo...
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