Nell’Inghilterra
del XVIII secolo prendeva forma il sistema di potere destinato a
trionfare nel mondo contemporaneo: nel 1717 nasceva la Massoneria e,
parallelamente ai “lavori” dei “Liberi Muratori”, e talvolta
intrecciati a questi, si svolgevano le attività degli “Hell-Fire
Clubs”, i “Clubs delle fiamme infernali”.
Si
trattava di società segrete il cui scopo era l’esercizio
sistematico del vizio e della perversione: una vera e propria scuola
di disimpegno etico e di istigazione alla delinquenza che doveva dare
corposi frutti in futuro fino a generare lo scenario di corruzione
morale delle democrazie contemporanee, nonché l’abominio della
società multicriminale, nella quale il legislatore non distingue più
tra comportamenti giusti e sbagliati, e rovescia il rapporto tra
vittime e carnefici!
Ovviamente
il vizio esiste fin dalla notte dei tempi, ma con gli “Hell-Fire
Clubs” esso diventava quasi la condizione distintiva di chi faceva
parte di un gruppo di potere.
Il
più recente studio dedicato all’argomento è il saggio di Evelyn
Lord The
Hell-Fire Clubs,
un libro di piacevole lettura e ricco di informazioni, che rivela al
pubblico un pezzo di storia sorprendente e raramente affrontato dagli
studiosi (Evelyn
Lord, The
Hell-Fire Clubs: Sex, Satanism and secret societies,
Yale University Press, New Haven and London 2008, pp.247).
Gli
aristocratici inglesi del ‘700 si stavano rapidamente adeguando ai
canoni di vita della civiltà mercantile, e cominciavano a
strutturare una classe dirigente adeguata ai tempi nuovi. La
Massoneria è la più celebre, ma non l’unica, fra le istituzioni
che caratterizzano il nuovo clima culturale: l’idea di fondo era
quella di creare un tipo umano che abbandonasse le vecchie
appartenenze di casta, di religione, di razza, per spianare la strada
a un mondo in cui il commercio e il denaro fossero gli unici valori.
Da qui all’abbandono di qualsiasi punto di riferimento morale il
passo era breve.
Evelyn
Lord individua il più lontano antecedente dei Clubs infernali nella
vicenda del gruppo denominato “The Damned Crew”, testimoniato
attorno al 1602, una banda di teppisti che fu protagonista di
disordini e che sembrava agire solo per il gusto di compiere azioni
criminali. Un’inchiesta rivelò che si trattava non di una banda di
delinquenti comuni, ma di uomini appartenenti alla nobiltà.
Un
salto di qualità avvenne nel periodo successivo al 1660, con la
restaurazione seguita al periodo di Cromwell. Vero e proprio
mattatore della scena era il celebre poeta John Wilmot, conte di
Rochester, scrittore maledetto il cui stile di vita era basato sulle
sbronze, sulle orge e sulle risse di strada…
Sulla
scia di Wilmot i nobili inglesi cominciavano a frequentare
abitualmente festini a base di alcool e prostitute (inutile dire che
la sifilide mieteva vittime a man bassa!). Si sviluppò pertanto
anche una reazione a questo fenomeno, e si costituivano associazioni
per la riforma dei costumi che si proponevano di salvaguardare i
valori cristiani e la pubblica decenza.
Nel
1712 un altro avvenimento scosse la società inglese: una banda
terrorizzava le notti di Londra con aggressioni e atti di teppismo,
creando uno scenario da “Arancia Meccanica” ante
litteram.
Si trattava dei “Mohocks” un nome probabilmente ispirato alle
tribù di pellerossa sulle quali allora gli europei cominciavano a
fantasticare, attribuendo ai “selvaggi” attitudini
delinquenziali. Ma in realtà ancora una volta si constatò che i
delinquenti venivano dall’élite sociale…
Le
polemiche tuttavia non si spegnevano, tanto che nel 1721 venne
emanata una legge per le repressione della blasfemia e delle
profanazioni. L’emanazione della legge non era casuale: proprio in
quel periodo, infatti, si diffondeva l’espressione “Hell-Fire
Club” poiché i giornali dell’epoca riferivano chiacchiere
insistenti su queste inquietanti associazioni. Il primo personaggio
riconosciuto come animatore di un club delle fiamme infernali fu il
duca di Wharton. Si diceva che alle riunioni presiedute da questo
nobile dissoluto si facessero brindisi al diavolo e orge sessuali. Si
diceva anche che le donne coinvolte nei festini mettessero un cuscino
sotto il vestito per simulare la gravidanza della Vergine Maria, in
modo da aggiungere un tocco ulteriormente blasfemo a questi raduni.
Ad ogni modo nel 1722 sembra che Wharton abbia abbandonato queste
attività per dedicarsi a un’altra sua passione: la Massoneria,
nella quale fu Gran Maestro fino a quando nel 1724, stancatosi anche
delle attività di loggia, fondò il club dei “Gormogons”, il cui
fine era quello di…ridicolizzare la Massoneria! In effetti a volte
questi clubs infernali parodiavano non solo i riti religiosi ma anche
quelli massonici.
In
anni successivi Wharton viaggerà in Europa, e in Spagna si
innamorerà di una dama di compagnia che sposerà alla morte della
moglie, convertendosi al Cattolicesimo. Sempre in Spagna partecipa
all’assedio di Gibilterra combattendo contro l’armata inglese e
ricevendo, quindi, una formale accusa di alto tradimento. Durante un
soggiorno in Francia invia una lettera alla stampa inglese in cui
denuncia la corruzione imperante nel governo britannico! Wharton
morirà nel 1731 senza fare rientro in patria.
In
questo periodo si ha notizia di attività legate agli “Hell-Fire
Clubs” anche nella provincia inglese e in Irlanda, nonché nelle
prestigiose università di Oxford e Cambridge dove tali attività si
mescolavano alla diffusione di idee illuministe sulla critica della
religione.
Lo
stile di vita dissoluto cominciava a diventare tipico dell’alta
società ed Evelyn Lord rintraccia gli elementi comuni che
caratterizzavano i membri dei clubs infernali, il più evidente dei
quali era il cosiddetto “Grand Tour”. Era abitudine della nobiltà
inglese mandare i rampolli in viaggio nelle principali corti europee,
per motivi di istruzione e per preparare i giovani a carriere
politiche e diplomatiche. Nel corso di questi viaggi non mancavano
certo le occasioni di divertimento: in particolare l’Italia era
particolarmente apprezzata in quanto terra del buon vino e delle
belle donne. Non meno ambiti erano i territori dell’Impero Ottomano
dove si favoleggiava sulle avventure erotiche negli harem…
Al
ritorno in patria si formavano dei club il cui fine era di riunire
chi aveva viaggiato in certi luoghi. I più famosi erano la “Società
dei Dilettanti” per chi era stato in Italia, e il “Divan Club”
per chi era stato nell’Impero Ottomano. Ovviamente il fine di tali
associazioni era quello di continuare le piacevoli gozzoviglie di
questi turisti di lusso!
Uno
di questi personaggi decise di fare le cose in grande: Sir Francis
Dashwood nel 1751 affittò l’abbazia di Medmenham, un vecchio
convento abbandonato. L’abbazia divenne il luogo di raduno dei
compagni di merende di Dashwood, che partecipavano addirittura con un
abito monastico confezionato per l’occasione per dedicarsi alla
religione della gola e della lussuria…
Sulla
porta dell’abbazia c’era scritto il motto dell’abbazia di
Thélème di Rabelais: “Fay
ce que vouldras”.
Per gli improbabili frati di Medmenham si prevedeva anche un periodo
di noviziato prima di poter avere accesso alla cerchia più
ristretta.
Le
attività che si svolgevano a Medmenham erano testimoniate in
maniera diretta o indiretta da un filone di stampa scandalistica e
libertina che era in gran voga all’epoca.
Sempre
Dashwood approntò nella sua tenuta personale un giardino con
tempietti dedicati agli dèi pagani, con particolare attenzione a
quello di Venere, la cui struttura imitava la forma anatomica della
vagina! Inoltre aveva creato delle gallerie sotto il giardino che
considerava come il proprio regno infernale: si vociferava che in
quelle cavità si celebrassero Messe Nere…
Si
hanno notizie di attività dei clubs infernali anche in Scozia. Verso
il 1732 le fonti ci informano sull’esistenza di una società
denominata “Beggar’s Benison”, il cui simbolo era un sesso
maschile; pare che la principale attività dei membri fosse…la
masturbazione di gruppo!
A
proposito di questa società l’autrice avanza l’ipotesi che
all’interno del “Beggar’s Benison” fosse conosciuto il
celebre classico dell’erotismo Fanny
Hill
di John Cleland, molto prima che fosse noto al pubblico, poiché il
resoconto di una riunione menziona il romanzo almeno dieci anni prima
della sua pubblicazione.
Sempre
in Scozia ci sono attestazioni di un club femminile denominato
“Jezebels Club”, che pare fosse costituito dalle prostitute di
Edimburgo per rendere le loro attività accettabili per il senso
comune. Resta comunque il dubbio che questa società fosse solo
un’invenzione letteraria per stimolare le fantasie erotiche
maschili.
Per
quanto riguarda le colonie americane, che di lì a poco si
ribelleranno alla madrepatria, è presumibile che associazioni del
genere abbiano avuto un qualche spazio, anche se le fonti al riguardo
sono molto frammentarie.
All’inizio
dell’800 la moda degli “Hell-Fire Clubs” è decisamente in
declino: l’Inghilterra è impegnata in una lotta all’ultimo
sangue contro Napoleone e il clima culturale è ormai decisamente
romantico: le menti e gli spiriti sono orientati in altre direzioni…
Tuttavia
le vicende degli “Hell-Fire Clubs” sono tutt’altro che
secondarie nella formazione della mentalità moderna: le abitudini
delle classi dirigenti contemporanee non sono molto diverse da quelle
dei nobili inglesi del ’700, anzi si potrebbe dire che all’alcool
e al sesso si sono aggiunte le droghe! Si tratta di comportamenti che
vanno ben al di là di una sana goliardia…
Gli
appartenenti ai clubs infernali erano indifferentemente cattolici,
anglicani, calvinisti, appartenevano indifferentemente ai partiti dei
“Whig” o dei “Tories”, e molti di loro erano membri del
parlamento: le analogie coi potenti di oggi sono più che evidenti…
***
questo brano è tratto dall'ebook:
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