Fin
dai primordi della storia gli uomini hanno alzato gli occhi al cielo
per individuare i segni celesti che possono influenzare e guidare i
loro comportamenti nelle varie circostanze della vita. Per tutta
l’Antichità le previsioni astrologiche hanno avuto grande
influenza anche nelle scelte delle classi dirigenti, e la situazione
cambiò di poco nel Medioevo. Infatti sebbene il Cristianesimo
ponesse al centro delle sue concezioni antropologiche la dottrina del
libero arbitrio, la credenza nell’astrologia era a tal punto
radicata che la stessa dottrina cattolica dovette accettarla e
assorbirla nel suo sistema con la formula delle inclinazioni
astrologiche che indirizzavano gli uomini verso certi comportamenti,
ma rispetto alle quali le coscienze erano sempre libere di cambiare
idea. Nel Medioevo ci furono insigni figure di studiosi che diedero
lustro alla scienza astrologica, primi fra tutti Guido Bonatti e
Pietro d’Abano. L’astrologia era anche il tramite attraverso il
quale si era veicolata l’idea pagana delle forze naturali che
animavano il mondo. In effetti nel corso del Medioevo sotto forma
astrologica erano di fatto sopravvissute anche le divinità antiche,
e la fioritura del paganesimo nel periodo rinascimentale è avvenuta
in buona parte per il tramite dell’astrologia: gli dèi del
paganesimo, che rappresentavano le varie attitudini umane, si
manifestavano sotto forma di corpi celesti e di segni zodiacali.
La
Prof.ssa Elide Casali ha pubblicato il saggio Le
spie del cielo che è
il più approfondito studio sulla storia dell’astrologia italiana
dal XVI° al XVIII°secolo; il volume comprende anche una preziosa
rassegna di fonti e di bibliografia per approfondire l’argomento.
L’indagine della Casali parte dal Rinascimento quando la scienza
degli astri, già ben sviluppata nel Medioevo, aveva attirato nella
sua orbita ogni aspetto del pensiero filosofico e scientifico. Gli
astrologi spesso erano consiglieri di principi e papi, e il
pronostico per l’anno venturo, che era un genere molto diffuso già
nel Medioevo, con l’invenzione della stampa vide ulteriormente
accresciuta la sua popolarità. All’inizio del ‘500 tornarono in
voga anche certe profezie medievali sulla fine del mondo, in
particolare l’idea che l’Anticristo sarebbe giunto dal Nord
sembrò avverarsi con la Riforma Protestante; ma proprio per questo
la Chiesa Cattolica divenne sempre più sospettosa verso
l’astrologia, perché profeti e astrologi alimentavano attese
escatologiche che rischiavano di sfociare in disordini sociali.
Tuttavia dopo la prima fase della Controriforma, nel XVII° secolo
l’astrologia è accolta anche in ambito ecclesiastico e non
mancarono le figure di astrologi sacerdoti, come il prete di Ravenna
Antonio Carnevali, considerato come una delle massime autorità nel
campo della divinazione astrologica. Il XVII° secolo rappresenta
davvero il canto del cigno dell’astrologia: all’inizio del ‘600,
infatti, l’astrologia è ancora un’attività assolutamente seria
e credibile, e nelle università sono attive le cattedre di
Astrologia; ma nel corso del secolo, in virtù dei risultati
scientifici raggiunti da Galileo e da Newton, la scienza degli astri
comincia ad essere sempre meno considerata in sede accademica.
La
Chiesa comunque manteneva la sorveglianza sui testi astrologici e la
Congregazione dell’Indice proibiva le pubblicazioni considerate
sospette o sacrileghe: in particolare il papa Urbano VIII° nel 1631
proibì agli astrologi di trarre oroscopi sulla Sede Apostolica o
sulla vita del pontefice. Erano considerate sospette anche le
previsioni troppo pessimiste e catastrofiche, ma anche nel campo
astrologico le censure cattoliche spesso segnavano il successo dei
libri messi all’Indice proprio nei paesi protestanti. Cominciò a
svilupparsi anche il genere del pronostico spirituale, cioè di un
libro astrologico scritto da un prete o da un frate in cui i
meccanismi della pronosticazione venivano proiettati in forma di
propaganda devozionale: in sostanza si prediceva che l’anno a
venire sarebbe stato felice per tutti quelli che vivevano in grazia
di Dio.
La
seconda parte del libro è dedicata ai segni del cielo che nei secoli
passati accendevano fantasie, speranze e paure. Le testimonianze
parlano talvolta di “travi di fuoco” o di “torri di fuoco”
nonché di draghi e di diavoli che stazionavano in cielo anche per
giorni e giorni, e si riteneva che questi prodigi fossero opera dei
demoni che mettevano in atto stregonerie che tuttavia non potevano
indurre trasformazioni nei corpi celesti. L’osservazione delle
comete, poi, era una scienza a parte: a questi corpi celesti erano
legate le profezie più importanti che riguardavano anche scelte
politiche e militari decisive; in particolare, nel periodo preso in
esame, le guerre contro i turchi erano gli eventi maggiormente
coinvolgenti per la pubblica opinione dell’epoca. Gli stessi
comandanti militari avevano qualche rudimento di astrologia per
rassicurare le truppe prima delle battaglie.
Una
parte importante della letteratura astrologica era dedicata
all’agricoltura. Conoscere i tempi più propizi per i lavori
agricoli era una preoccupazione molto sentita nella cultura popolare
dei contadini, ma esisteva anche una letteratura dotta stampata per i
signori che sovrintendevano all’amministrazione delle proprie
terre.
Naturalmente
la salute era uno dei campi di applicazione privilegiati
dell’astrologia. La scienza medica dell’epoca era fondata sugli
umori che si formavano all’interno del corpo e che erano
influenzati dai corpi celesti; inoltre lo stesso corpo umano era
considerato sotto aspetto astrologico come specchio della volta
celeste. Gli oroscopi dunque indicavano i momenti più opportuni per
fare purghe e salassi oppure per operazioni chirurgiche, che però i
medici dell’epoca affidavano ai barbieri per non sporcarsi le mani
con la bassa macelleria !
L’ultima
parte del libro analizza il declino dell’astrologia nel corso del
XVIII° secolo. L’astrologia, parzialmente censurata dalla cultura
cristiana, viene definitivamente esclusa dalla cultura ufficiale con
la diffusione del razionalismo cartesiano e illuminista. Eppure le
tipografie continuavano a fare fortuna stampando lunari e almanacchi,
alcuni dei quali sono giunti ai giorni nostri (primo fra tutti il
Barbanera)
ed erano popolarissimi i ciarlatani che giravano le piazze predicendo
il futuro con sfere magiche: famosi furono Giuseppe Rosaccio e
Bonafede Vitali, che divennero celebri in tutta Italia. In questo
clima nacque anche il pronostico burlesco che riattualizzava il
genere in chiave comica e parodistica, affiancandosi alla letteratura
pronosticante che continuava ad essere stampata e che peraltro
abbonda ancora ai giorni nostri.
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Elide
Casali, Le spie del
cielo, Einaudi,
Torino 2003, pp.348
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