Quando
i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere
e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e
Magog, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la
sabbia del mare. Marciarono su tutta la superficie della terra e
cinsero d’assedio il Campo dei Santi e la città diletta.
Apocalisse,
20, 7-9
Dalla
citazione biblica in esergo è tratto il titolo del romanzo
apocalittico Il Campo
dei Santi di Jean
Raspail, pubblicato nel 1973.
In
breve la trama dell’opera è la seguente: nel 1997 una folla di
poveri dell’India decide di impadronirsi di una flotta per invadere
l’Europa. La folla, guidata da una bieca figura detta il
“coprofago”, con la complicità di missionari cristiani e di
organizzazioni “umanitarie” riesce nell’intento e comincia il
suo minaccioso itinerario di avvicinamento. Le classi dirigenti delle
nazioni europee sono disorientate dagli avvenimenti e tutto quello
che riescono a immaginare è preparare il terreno all’invasione
mediante una martellante campagna propagandistica che deve far
accettare all’opinione pubblica l’avvento della società
multirazziale. Quando la flotta degli immigrati arriva sulla Costa
Azzurra, un gruppo di francesi che tenta di resistere viene
bombardato dalla stessa aviazione francese, inviata dal governo a
proteggere la marcia trionfale degli immigrati. Gli immigrati non
trovano quindi alcuna opposizione sul piano militare, e men che meno
sotto l’aspetto istituzionale: viene immediatamente instaurato un
regime neocomunista che espropria le abitazioni ai proprietari e dà
il via alle occupazioni delle case da parte delle orde di colore.
Raspail, con una efficace similitudine, paragona l’invasione
dell’Occidente da parte degli immigrati alla caduta di
Costantinopoli conquistata dai Turchi nel 1453.
La
perizia stilistica di Raspail è davvero magistrale: il romanzo,
incentrato sul tempo relativamente breve delle poche settimane che
occorrono alle navi per viaggiare dall’India all’Europa, scava in
profondità nella psicologia collettiva dei gruppi umani protagonisti
del romanzo. Le masse di immigrati sono animate da spirito di
conquista, e perseguono il loro obiettivo con convinzione
incrollabile, rifiutando qualsiasi offerta di compromesso. Gli
occidentali complici degli immigrati, missionari e uomini politici,
sono invece mossi dal tornaconto personale e da un risentimento
infinito, e si sentono votati interamente alla causa
dell’annientamento della loro stessa civiltà. Ma il genio
letterario di Raspail si manifesta soprattutto nella descrizione
delle popolazioni europee, sottoposte al martellamento continuo della
propaganda multirazziale, che per lo più viene accettata
passivamente, anche se talvolta i cittadini sono sfiorati dal dubbio
se l’avvento dell’ecumene multietnica sia davvero il migliore dei
mondi possibili. La penna di Raspail raggiunge vertici tragicomici
difficilmente eguagliabili quando descrive i bambini delle scuole
elementari che, istigati dagli insegnanti, disegnano gli immigrati
che vanno a scuola, al lavoro, a fare la spesa…
Per
non parlare di una canzone sull’accoglienza appositamente
commissionata dal governo e trasmessa da tutte le radio e da tutte le
televisioni con ripetitività maniacale.
L’opera
di Raspail è cinica e disillusa e in questa sua durezza c’è tutta
la volontà malvagia che spinge le forze occulte a edificare il regno
satanico della globalizzazione: l’imposizione del meticciato ha
prodotto uno scenario di caos istituzionale, di violenza quotidiana e
di degrado generalizzato che ben sintetizza le attitudini e gli
obiettivi della classe dirigente mondialista.
Il
Campo dei Santi
poteva sembrare un’opera di fantapolitica quando uscì, ma in breve
tempo l’Europa è stata travolta da un’ondata migratoria che ha
attirato l’attenzione del pubblico su questo testo, ispirando anche
un bel film: La
seconda guerra civile americana
(regia di Joe Dante, 1997). Purtroppo non solo gli appassionati di
cultura alternativa si sono interessati al Campo
dei Santi, ma anche i
censori “democratici”, che hanno cercato di occultare il romanzo
o quanto meno di tenerlo lontano dai circuiti della grande
distribuzione editoriale.
A
oltre trent’anni di distanza dalla pubblicazione del libro, occorre
purtroppo rilevare che la triste realtà ha ormai oltrepassato la
fantasia del romanziere francese, ma Il
Campo dei Santi è
ancora una lettura provocatoria e rigenerante per coloro che non
vogliono arrendersi al pensiero unico progressista.
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